S. Messa
Quotidiana Registrata a Cristo Re Martina F. Mese di Settembre 2010 Pubblicata anche su YOUTUBE http://www.youtube.com/user/dalessandrogiacomo Vedi e Ascolta cliccando sul giorno Me 01. Gi 02. Ve 03. Sa 04. Do 05. Lu 06. Ma 07. Me 08. Gv 09. Ve 10. Sa 11. Do 12. Lu 13. Ma 14. Me 15. Gv 16. Ve 17. Sa 18. Do 19. Lu 20. Ma 21. Me 22. Gv 23. Ve 24. Sa 25. Do 26. Lu 27. Ma 28. Me 29. Gv 30.
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-07 ad oggi 2010-09-15 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)Il presidente annuncia la linea della fermezza sui punti fondamentali La Francia in sciopero contro la riforma delle pensioni di Sarkozy L'età minima pensionabile sale da 60 a 62 anni entro il 2018. I due terzi dei francesi sono contrari PARIGI - Erano già quasi 450 mila le persone che hanno manifestato in Francia martedì mattina in 114 cortei contro la riforma delle pensioni a fine mattinata, prima dell’inizio del grande corteo di Parigi: l'obiettivo dei sindacati è superare i 2 milioni di persone. Lo ha annunciato il ministero dell’Interno. I principali sindacati francesi hanno indetto uno sciopero generale contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Nicolas Sarkozy che porta l’età minima pensionabile dai 60 ai 62 anni entro il 2018. |
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Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio. |
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-07 ad oggi 2010-09-15 |
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-09-07 Il presidente annuncia la linea della fermezza sui punti fondamentali La Francia in sciopero contro la riforma delle pensioni di Sarkozy L'età minima pensionabile sale da 60 a 62 anni entro il 2018. I due terzi dei francesi sono contrari Il presidente annuncia la linea della fermezza sui punti fondamentali La Francia in sciopero contro la riforma delle pensioni di Sarkozy L'età minima pensionabile sale da 60 a 62 anni entro il 2018. I due terzi dei francesi sono contrari Corteo a Marsiglia (Epa) Corteo a Marsiglia (Epa) PARIGI - Erano già quasi 450 mila le persone che hanno manifestato in Francia martedì mattina in 114 cortei contro la riforma delle pensioni a fine mattinata, prima dell’inizio del grande corteo di Parigi: l'obiettivo dei sindacati è superare i 2 milioni di persone. Lo ha annunciato il ministero dell’Interno. I principali sindacati francesi hanno indetto uno sciopero generale contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Nicolas Sarkozy che porta l’età minima pensionabile dai 60 ai 62 anni entro il 2018. DISAGI - Lo sciopero ha creato disagi soprattutto nei trasporti ferroviario, locale e aereo. La Direzione generale dell'aviazione civile ha chiesto alle compagnie aeree di cancellare un quarto dei voli programmati nei due aeroporti di Parigi, Charles de Gaulle e Orly. In mattinata sono partiti regolarmente solo cinque treni Tgv, uno su quattro del resto dei convogli e la metà di quelli regionali. SARKOZY - Parlando ai deputati del suo partito Ump, Sarkozy ha annunciato la linea della fermezza rispetto ai punti fondamentali della riforma previdenziale, ma si è detto disponibile a trattare su alcuni aspetti secondari della riforma. Secondo i sondaggi, i due terzi dei francesi si oppongono alla riforma che il governo vorrebbe far passare entro ottobre. Il capo del sindacato Gct, Bernard Thibault, avverte intanto che saranno possibili altre proteste più radicali. "Se non ci ascolteranno, non possiamo escludere nulla", ha detto a Radio Europe 1. Per Sarkozy la riforma è una "priorità assoluta" per arrivare alla riduzione del deficit. Mentre a Parigi è in corso la manifestazione, il ministro del Lavoro Eric Woerth, screditato dallo scandalo Bettencourt, illustra la riforma all'Assemblea nazionale. Redazione online 07 settembre 2010
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2010-09-07
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it/2010-09-07 Federmeccanica disdice il contratto nazionale metalmeccanici Il direttivo di Federmeccanica ha dato mandato al presidente Pierluigi Ceccardi di comunicare fin d'ora il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008. Il prossimo 15 settembre, ha spiegato Ceccardi, si terrà a Roma una riunione "ricognitiva e progettuale, solo con chi ha firmato l'accordo interconfederale del 15 aprile 2009 (non con la Fiom, ndr) per iniziare una trattativa, che è un film tutto da scrivere, vedremo poi cammin facendo". Quanto alla Fiom, secondo il numero uno di Federmeccanica, "non riconoscendo il rinnovo del contratto sottoscritto lo scorso 15 ottobre, non può partecipare al tavolo, ma il nostro auspicio è che si ravveda, riconosca quel contratto, che possa partecipare anche lei". Il consiglio direttivo di Federmeccanica ritiene "urgente una regolamentazione condivisa del sistema di rappresentanza, sulla cui necessità esiste generale consenso e disponibilità dichiarata dalle parti", ha continuato Ceccardi a seguito dell'incontro che si è tenuto oggi a Milano, spiegando che tale regolamentazione è prevista dall'accordo interconfederale del 15 aprile 2009, non sottoscritto dalla Cgil. Alla domanda se l'auspicio è che anche l'organizzazione guidata da Guglielmo Epifani possa sedersi al tavolo, Ceccardi ha replicato: "Assolutamente sì, l'auspicio è che le confederazioni attivino al più presto un tavolo per regolamentare la materia per via pattizia". Secondo il presidente di Federmeccanica "dobbiamo cambiare le relazioni sindacali, le aziende non sono più governabili se cinque persone che scioperano fanno chiudere uno stabilimento di 500, questa non è democrazia, è prevaricazione". Le reazioni "Per noi il contratto del 2008 era già decaduto dal punto di vista formale e sostanziale e quindi non si tratta di alcuna novità", ha commentato il numero uno della Fim Cisl, Farina. Il fatto che Federmeccanica abbia disdetto il contratto siglato nel 2008 "non cambia assolutamente nulla", fa sapere Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. "Abbiamo il nostro contratto rinnovato un anno fa - ha aggiunto il sindacalista -. La decisione è ininfluente, non modifica nessun tipo di orientamento e di percorso per quanto riguarda la mia organizzazione". La Cgil è di diverso parere: "Una decisione grave e irresponsabile", ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. "È uno strappo - osserva - alle regole democratiche del nostro Paese, in quanto si pensa di concordare con sindacati minoritari la cancellazione del contratto nazionale impedendo ai lavoratori metalmeccanici di poter decidere sul loro contratto". Domani nella riunione del comitato centrale della Fiom "prenderemo tutte le decisioni più opportune", aggiunge Landini. "Le regole sulla rappresentanza andrebbero rispettate adesso perché c'è un contratto nazionale del 2008 firmato da tutti e approvato con referendum dai lavoratori metalmeccanici", afferma il segretario generale della Fiom commentando l'invito di Federmeccanica a regolamentare il sistema di rappresentanza. "Quel contratto - aggiunge - rimane in vigore, altri sono illegittimi e non sono mai stati sottoposti ad alcuna verifica democratica con i lavoratori direttamente interessati. La democrazia bisognerebbe praticarla sin da ora". Quanto all'incontro del 15 settembre, Landini spiega che "la Fiom non parteciperà a tavoli che cancellano il contratto nazionale. Non partecipiamo perchè non sono trattative ma semplicemente dettature della Fiat". 07 settembre 2010 |
il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com/2010-09-15 Parigi alza l'età pensionabile da 60 a 62 anni tra le proteste di piazza Cronologia articolo15 settembre 2010Commenta * Leggi gli articoli * Guarda le foto * * * Storia dell'articolo Chiudi Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 18:10. * * * * È stata adottata fra la bagarre generale dal Parlamento francese, tra i fischi e con migliaia di persone in piazza a protestare la controversa riforma delle pensioni, che alza l'età minima per lasciare il lavoro da 60 a 62 anni. Il voto senza suspense di oggi sfida l'ostilità dei francesi, mentre lo scandalo Bettencourt mina la credibilità del principale fautore della riforma, il ministro del Lavoro Eric Woerth proprio mentre il presidente Nicolas Sarkozy entra in guerra con Bruxelles per le espulsioni dei rom. È stata una giornata folle per la Francia non solo sul piano internazionale, ma anche interno. Le tensioni erano palpabili nell'Assemblea nazionale, dopo una notte intera di discussioni. La seduta-fiume è stata sospesa stamane alle 10 dal presidente Bernard Accoyer (Ump, maggioranza di destra), mettendo fine agli interventi dei deputati socialisti che avevano chiesto il diritto di intervenire nel dibattito, uno per uno, con l'intenzione chiara di far slittare il voto. La gauche ha inscenato una vivace protesta, chiedendo in coro le dimissioni "immediate" di Accoyer. "Non permetterò, attraverso queste piccole manovre - si è difeso Accoyer fra le proteste e le grida dell'emiciclo - il ritorno dell'ostruzionismo che paralizza il nostro Parlamento". In seguito dalle polemiche, il dibattito è ripreso alle 15, mentre sull'altra riva della Senna, a place de la Concorde, almeno 6.500 persone (secondo fonti della polizia) erano state riunite dai sindacati. Contro la legge hanno srotolato i loro striscioni: "Non votate, questa riforma è ingiusta". E hanno sventolato centinaia di bandiere bianco-rosso-blu, mentre in aula i socialisti rientravano indossando la sciarpa tricolore. Una pioggia di fischi ha accompagnato l'ingresso di Accoyer, accusato dalla gauche di obbedire agli "ordini dell'Eliseo". Il dibattito si è anche spinto al di là delle pensioni quando il leader dei deputati socialisti, Jean-Marc Ayrault, ha accusato Woerth di essere "il simbolo della crisi morale e politica" che sta vivendo il Paese. Il ministro, che ha difeso fino all'ultimo il testo, forte della fiducia di Sarkozy, ribadita a più riprese da settimane, non ha replicato e si è accontentato di alzare gli occhi al cielo. In barba alle proteste, la riforma è stata adottata come previsto (329 voti contro 233, solo una decina le astensioni) e andrà in Senato il 5 ottobre. La legge, oltre ad aumentare progressivamente l'età pensionabile, che sarà portata a 62 anni nel 2018, prevede anche un'estensione della durata dei contributi, da 40,5 a 41 anni. Alcune concessioni sono state previste per i lavori usuranti e per le carriere più lunghe. Per i socialisti, usciti sconfitti oggi, "la battaglia non è persa". Nè lo è per i sindacati che dopo aver mobilitato più di un milione di lavoratori lo scorso 7 settembre, in uno sciopero di massa riuscito, hanno già previsto una nuova manifestazione il 23 settembre. ©RIPRODUZIONE RISERVATA |
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